Procter & Gamble Company (NYSE:PG) è una potenza dei beni di consumo. È anche una delle compagnie che paga i dividendi più alti negli Stati Uniti, con una storia difficile da replicare. Il produttore dei pannolini Pampers e del detersivo per piatti Dawn alza i dividendi da 61 anni di fila e non ha mai smesso di pagarli negli ultimi 127 anni.

Quindi, cosa rende P&G una tale macchina sforna contanti per gli investitori da dividendi?
P&G possiede alcuni dei marchi di consumo più famosi al mondo, come i tovaglioli di carta Bounty, i rasoi Gillette e il detersivo per lavatrice Tide. Il portafoglio della compagnia di queste importanti divisioni ha generato più di 65 miliardi di dollari di vendite annue lo scorso anno e il 22% dei margini operativi core, il massimo del settore.



Malgrado la sua posizione dominante nel mondo dei prodotti confezionati, il titolo P&G è stato sotto pressione. In effetti, il titolo ha visto una performance bassa rispetto al mercato negli ultimi anni. La sfida maggiore che P&G si ritrova a dover affrontare al momento è invertire il trend del calo della crescita delle vendite per via del cambiamento delle preferenze dei consumatori.

Nell’ambito della sua strategia di inversione di rotta, negli ultimi cinque anni P&G ha tagliato la lista di marchi da 175 a 65, focalizzandosi sulle 10 categorie di prodotti con i margini più alti. Nel corso di tale processo, la compagnia ha eliminato anche 34.000 posti di lavoro tramite una serie di acquisti e rilevazioni di marchi, nonché di chiusure di impianti, riducendo i costi di oltre 10 miliardi di dollari.

Ma gli investitori, con a capo il miliardario Nelson Peltz, vorrebbero che P&G fosse ancora più aggressiva nel fare marcia indietro. L’Amministratore Delegato David Taylor ha risposto comprando nuove attività e introducendo versioni più ecologiche di prodotti esistenti, come la nuova linea Pampers Pure Protection.

Scommessa sicura o ancora rischiosa?

Non c’è dubbio che negli ultimi cinque anni investire su P&G sia stata una grande delusione.

Tuttavia, ci sono segnali che la riorganizzazione dei prodotti e il taglio dei costi della compagnia stiano iniziando a ripagare. P&G possiede o sta espandendo la sua partecipazione di mercato in circa un mezzo dei segmenti dei suoi prodotti principali, rispetto all’un terzo della metà del 2016. I margini operativi di P&G sono schizzati al 22,1% di vendite lo scorso anno, in salita dal 19,6% dell’anno fiscale 2015.

Scambiato a 74,31 dollari al momento della scrittura e con un rendimento del dividendo annuo del 3,94%, il titolo di P&G potrebbe non rappresentare un’opzione allettante per gli investitori desiderosi di ritorni a doppia cifra a breve termine, ma si può scommettere sulla sua inversione di rotta con il potenziale di aumenti significativi dei dividendi.

Aggiungendo ora le azioni di Procter & Gamble, gli investitori otterranno una compagnia meno estesa ma più concentrata, la cui crescita viene alimentata da marchi di prim’ordine. Ed è una promessa di performance migliore rispetto a quella che la vecchia P&G era in grado di mantenere.