E' importante per chi trada il bitocin soffermarsi sulla posizione della BCE riguardo esso.
Il tema in questione prende le mosse da quanto recentemente espresso da Ewald Nowotny, n.1 della Banca Austriaca e membro del consiglio direttivo della Banca Centrale Europea.
Dall’alto delle carica che ricopre, il Governatore austriaco ha posto diversi interrogativi circa la situazione criptovaloriale in seno al Vecchio Continente, interrogandosi sull’annoso problema della regolamentazione di BTC e affini.
Prendendo le mosse da quanto già statuito dalla Cina, Nowotny afferma: “Ci chiediamo se i legislatori o le banche centrali debbano intervenire, come hanno fatto in Cina, quando hanno imposto un divieto all’utilizzo delle criptovalute”.
Un simile incipit traccia una linea di condivisione verso la politica cinese in ottica cripovaloriale, anche se una tale direzione non rispecchia l’orientamento comunitario complessivo.
Se è vero che la Cina, vietando l’uso delle criptovalute e delle ICO (Initial Coin Offering), ha inteso tutelare risparmiatori e platea di investitori da possibili frodi e meccanismi ambigui, è pur vero che la ratio principale della misura di cui sopra è da ricercarsi nell’esigenza di impedire spostamenti di capitali all’estero, ingenti e non.
L’UE ha da sempre adottato misure differenti in materia di gestione del risparmio e regolamentazione di capitali di persone fisiche e giuridiche, così sembra quantomeno non congruo seguire un orientamento storicamente differente sia per dinamiche sia per scelte politiche.
Nonostante l’esigenza di tutelare il mercato europeo dall’annacquamento criptovaloriale, il Governatore della Banca Austriaca appare diversamente non garantista, ammettendo come i rischi connessi dall’utilizzo di BTC et similia incombono sul singolo investitore in quanto tale, prescindendo dalla protezione che l’istituzione comunitaria può comunque dare.
Sul punto, così si esprime: “È come comprare azioni in Borsa. Le persone che investono in questo prodotto possono subire delle perdite… e se accade, devono solo accettarlo”.
L’affermazione, per meglio dire stigmatizzazione, di cui sopra, suggerisce più una presa d’atto di una realtà in divenire, specie ricordando come Nowotny abbia più volte insistito sulla dimensione ridotta del mercato di riferimento criptovaloriale, come tale non passibile di assurgere a rischio concreto.
Tale contingenza ha una sua logica se si inserisce la rassicurazione di Nowotny nell’importante direzione sulle criptovalute data a settembre dal governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, in cui l’eminente Presidente ricordava come la BCE non avesse alcun potere per regolamentare e/o proibire la materia tecnofinanziaria, ma anzi si proponeva di attendere sviluppi osservando l’evolversi del fenomeno.
L’impressione è che, finché non si verificherà un evento dalla portata sistemica, il Bitcoin e le altre criptovalute continueranno a godere della non disciplina tecnofinanziaria europea, sfruttando appieno ogni opportunità in tal senso.