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Risultati da 41 a 49 di 49

Discussione: UsOil - Petrolio

  1. #41
    Senior Member L'avatar di Marco1981
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    Secondo un rapporto dell’OPEC, l’eccesso di petrolio globale è stato praticamente riassorbito. Allo stesso tempo, lo sconto del greggio statunitense rispetto al benchmark globale Brent si è ampliato a più di $ 7, ai massimi in cinque mesi. Il rapporto dell’OPEC pubblicato lunedì ha mostrato che la produzione venezuelana è scesa ai minimi da decenni e che l’eccesso di offerta di petrolio globale è stato praticamente cancellato.

    Ciò nonostante, l’OPEC e gli altri paesi produttori continuano a tagliare la produzione oltre i livelli fissati nel loro patto. A fungere da supporto ai prezzi anche le possibili dure sanzioni statunitensi contro l’industria petrolifera iraniana. Secondo le previsioni, le sanzioni statunitensi rimuoveranno dal mercato globale da 400.000 a 500.000 barili di greggio iraniano al giorno.

    Tuttavia, non è chiaro quanto sarà forte l’impatto, dal momento che dipende da come gli altri principali consumatori di petrolio risponderanno alla decisione di Washington contro Teheran, decisione che avrà effetto a partire da novembre.

    Inoltre, i dati dai servizi di intelligence di mercato di Genscape mostrano che nella settimana conclusasi l’11 maggio, le scorte conservate a Cushing, centro di stoccaggio in Oklahoma, sono aumentate di oltre 400.000 barili.
    Lorenzo Civico aka Spiderman truffatore di Double Up e Pricerus si chiama Claudio Mattioni e abita in via Ai Monti 5 21020 Comabbio VA

  2. #42
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    Mercoledì a inizio sessione, dopo aver stabilito il giorno precedente un nuovo massimo pluriennale, il petrolio greggio statunitense, lo West Texas Intermediate, e lo standard internazionale, il Brent, sono sotto pressione. I mercati sono appesantiti da un rapporto privato che mostra abbondanti scorte negli Stati Uniti. A sostenere i mercati ci sono i tagli alla produzione in corso da parte di una coalizione guidata dall’OPEC e le incombenti sanzioni statunitensi contro l’Iran che potrebbero portare a future interruzioni delle forniture.
    Lorenzo Civico aka Spiderman truffatore di Double Up e Pricerus si chiama Claudio Mattioni e abita in via Ai Monti 5 21020 Comabbio VA

  3. #43
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    Con il prezzo del Brent diretto agli 80 dollari al barile, gli osservatori dei mercati cominciano a chiedersi se ci sia qualcosa che possa impedire al prezzo del greggio di salire ancora questa primavera.

    È tutta un’altra cosa rispetto alla primavera e all’estate dell’anno scorso, quando il prezzo del Brent riusciva appena a superare i 55 dollari al barile. Ora Bank of America prevede addirittura che i prezzi raggiungano i 100 dollari al barile.

    Ci sono tre principali fattori che stanno influenzando l’aumento del prezzo in questo momento:

    1) La decisione del Presidente USA Donald Trump di reintrodurre le sanzioni contro l’Iran
    2) Il fallimento del settore petrolifero venezuelano e
    3) L’accordo OPEC/Non-OPEC sui tagli alla produzione


    Sebbene non sia chiaro se i paesi e le compagnie che acquistano, trasportano ed assicurano il greggio iraniano rientreranno nelle sanzioni statunitensi, in molti stanno prendendo sul serio il governo Trump ed hanno iniziato a richiedere esenzioni o a parlare di fonti petrolifere alternative.

    L’Amministratore Delegato di ENI (MI:ENI), la compagnia petrolifera italiana, ha espresso il suo dissenso per la decisione del Presidente Trump di uscire dall’accordo iraniano.

    Tuttavia, ha chiarito che sebbene ENI abbia partecipato a delle trattative per il potenziale sviluppo di giacimenti di greggio e gas in Iran, al momento la compagnia non ha alcun interesse nel paese e non ha intenzione di fare investimenti in Iran.

    In particolare, però, l’Amministratore Delegato ha affermato che ENI non è interessata ad investire nello sviluppo energetico iraniano per via delle condizioni sfavorevoli offerte dall’Iran e non a causa della decisione del Presidente Trump di riapplicare le sanzioni.

    L’incertezza per il destino delle esportazioni petrolifere iraniane continua a spingere il prezzo del greggio.

    Il ruolo più importante nelle importazioni di greggio iraniano è giocato dalla Cina, responsabile di circa il 24% delle esportazioni petrolifere totali del paese.

    Probabilmente assisteremo ad un qualche tipo di trattativa tra Stati Uniti e Cina per cercare di convincere i cinesi a ridurre le importazioni di greggio iraniano.

    Se il governo Trump dovesse riuscire a convincere la Cina a diminuire le importazioni dall’Iran, allora possiamo prevedere che il prezzo del greggio salirà ancora.

    Se la Cina dovesse invece continuare ad importare greggio iraniano allo stesso ritmo - o se dovesse aumentare le importazioni - allora il prezzo del greggio potrebbe cominciare una discesa man mano che si ridurrà lo slancio fornito dalla notizia dell’accordo sul nucleare iraniano.
    Lorenzo Civico aka Spiderman truffatore di Double Up e Pricerus si chiama Claudio Mattioni e abita in via Ai Monti 5 21020 Comabbio VA

  4. #44
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    Giovedì a inizio sessione il petrolio greggio, lo West Texas Intermediate, e lo standard internazionale, il Brent, si muovono in live rialzo; il WTI fluttua in prossimità dei 72,00$, il brent è a portata di tiro della soglia psicologica dei 72,00$. Le scorte in calo e la forte domanda fungono da supporto.

    Ulteriore supporto è fornito dai rischi geopolitici e da un inaspettato calo delle scorte.

    Inoltre, secondo la Energy Information Administration (EIA), nella settimana conclusasi l’11 maggio le scorte di greggio sono scese di 1,4 milioni di barili, attestandosi a 432,34 milioni di barili.

    Non tutte le notizie di mercoledì sono state rialziste; l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha dichiarato di aver abbassato le previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2018 da 1,5 milioni di barili al giorno (bpd) a 1,4 milioni di bpd. La domanda globale nel 2018 sarebbe mediamente 99,2 milioni di barili. Inoltre, la AIE ha detto che, sebbene le forniture attualmente si attestino a 98 milioni di barili al giorno a causa dei tagli dell’offerta voluti dall’OPEC, “la forte crescita nei paesi non OPEC… aumenterà di 1,87 milioni di barili al giorno nel 2018.”
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  5. #45
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    Il mercato viene sostenuto da una forte domanda, dai tagli alla produzione in corso in virtù dell’accordo voluto dall’OPEC per stabilizzare i prezzi e dalle incombenti sanzioni statunitensi contro l’Iran, importante esportatore di greggio, che potrebbero portare a interruzioni dell’approvvigionamento. I guadagni sono limitati dalla preoccupazione per l’aumento della produzione negli Stati Uniti.

    Il backwardation è tornato. La curva del greggio in è in netto backwardation, struttura che indica un mercato in riequilibrio poiché i prezzi per la consegna immediata sono più alti di quelli per la spedizione successiva. Ad esempio, il prezzo del Brent front-month è ora quasi $ 2,60 al barile più alto rispetto a quello per la consegna a dicembre.

    Questa azione di prezzo indica che gli speculatori scommettono su una forte domanda e sulle incombenti interruzioni dovute alle rinnovate sanzioni statunitensi contro l’Iran e al calo della produzione in Venezuela. I professionisti si stanno impegnando a comprare tutto il petrolio che riescono a ottenere; temono che i produttori di scisto degli Stati Uniti possano compensare eventuali cali di offerta a lungo termine.
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  6. #46
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    Sebbene al momento sia in selloff, il prezzo del greggio quasi sicuramente si riprenderà, probabilmente sopra i 72 dollari o anche di più.

    L’ostacolo fondamentale fino a ieri era il timore che l'OPEC e la Russia potessero compensare un eventuale calo della produzione da parte di Venezuela ed Iran.

    Tuttavia, dopo l’annuncio di ieri che ha rassicurato che non succederà, i trader hanno riacquistato fiducia nel comprare sul calo, spingendo di nuovo al rialzo, il prezzo.

    Inoltre, l’API ha riportato un aumento di 1,001 milioni di barili nella settimana terminata il 25 maggio, rispetto alle stime di 2,214 milioni di barili.

    Gli aspetti tecnici della materia prima corrispondono a questa valutazione, a dimostrazione del fatto che, nonostante la peggiore notizia fondamentale per il greggio da mesi, quando il prezzo è tornato ad un consolidamento il tiro alla fune tra offerta e domanda sembra essere stato vinto dalla domanda.

    Per circa quattro mesi, tra gennaio e il 17 aprile, il prezzo del greggio ha sviluppato un canale ascendente.

    Questo pattern riflette il fatto che, sebbene il prezzo venga fatto passare tra la domanda e l'offerta, i compratori sono più coinvolti.

    Inizialmente erano intenzionati a comprare solo al minimo di 58 dollari a febbraio, passando a 60 dollari a marzo e a 62 ad aprile.

    I venditori, d’altra parte, volevano vendere sopra i 66 dollari a gennaio e allo stesso prezzo invariato a marzo. Mentre questi ultimi erano intenzionati a vendere solo quando il prezzo fosse stato giusto (abbastanza alto da poter correre il rischio di sbagliarsi), i compratori si sono dimostrati più fiduciosi nelle loro prospettive, intenzionati a rischiare con prezzi sempre più alti.

    La loro convinzione è stata ricompensata il 18 aprile, quando hanno superato il blocco ribassista, portando i prezzi sopra i 72 dollari, con un balzo di quasi il 9%, in meno di un mese.

    Per chi si fosse perso la mossa migliore da gennaio, c’è una seconda opportunità alle porte. E per chi ne ha tratto profitto la prima volta, sembra che Natale arriverà a giugno quest'anno.

    Per essere chiari, il supporto del pattern sta resistendo nonostante il massiccio selloff risalendo da quel livello di prezzo cruciale, trovando supporto nella dma a 100 (blu) e superando la dma a 50 (verde).
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  7. #47
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    Oggi i future del Future Petrolio Greggio WTI statunitense sono scesi dello 0,23% a 65,66 $ al barile e i future sul petrolio Brent sono diminuiti dello 0,47% a 76,43$ al barile.

    I trivellatori statunitensi hanno aggiunto due piattaforme petrolifere la scorsa settimana, portando il totale a 861.

    Nei giorni scorsi l'Arabia Saudita e la Russia hanno valutato la possibilità di aumentare la produzione anche se non è stata presa una decisione definitiva.

    In caso di storno down, la quotazione potrebbe trovare supporto a 65.03 $ seguito da 64.36 $, mentre in caso di rally, la prima resistenza si trova ora a 66.86 $, seguita da 68.02 $.
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  8. #48
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    Il greggio WTI è a un livello chiave nei grafici. La reazione dei trader a quest’area segnerà l’inizio di un significativo rally di ricopertura short, o un altro ripido crollo dei prezzi. Il pattern grafico indica che gli investitori attendono che l’OPEC dia il prossimo segnale. Se l’OPEC deciderà di compensare l’intero deficit venezuelano e le eventuali carenze che si aspetta derivino dalle sanzioni contro l’Iran, il mercato del petrolio potrebbe arretrare ulteriormente.

    Se l’OPEC deciderà di non compensare la maggior parte del deficit in Venezuela, o se la nazione in difficoltà deciderà di dichiarare forza maggiore, potremmo vedere un picco al rialzo dei prezzi. Fra le altre notizie, l’Iraq membro dell’Opec ha dichiarato mercoledì che non sta prendendo in considerazione un aumento della produzione poiché il mercato sono stabili e i prezzi buoni. Ciò indica che dopotutto l’aumento di 1 milione di barili in base al quale il mercato ha stabilito il prezzo per due settimane, potrebbe non verificarsi. L’OPEC si riunirà il 22 giugno nella sua sede di Vienna, insieme al primo paese produttore, ma non membro dell’OPEC, la Russia, per discutere la politica di produzione.
    Ultima modifica di Marco1981; 07-06-2018 alle 23:11
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  9. #49
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    Continuiamo ad aspettarci un trading incerto, con oscillazioni bilaterali, poiché i principali attori restano riluttanti ad aprire posizioni importanti prima della riunione dell’OPEC che si terrà a Vienna il 22 giugno. Ci sono troppe incognite in questo momento, tra cui se aumentare la produzione a causa delle possibili ripercussioni sull’offerta delle tensioni geopolitiche in Venezuela e delle imminenti sanzioni contro l’Iran.

    A inizio settimana, l’Iraq ha dichiarato che la tendenza verso un aumento della produzione non è scontata nonostante i recenti titoli dei giornali che hanno fatto crollare i prezzi. La notizia ha contribuito ad alimentare un rally di ricopertura short all’inizio della settimana. La settimana scorsa il mercato ha trovato supporto dopo che il Venezuela ha minacciato il ricorso alla clausola di forza maggiore, che avrebbe ulteriormente ridotto l’offerta globale.

    I trader sono anche preoccupati per l’aumento di produzione negli USA. La scorsa settimana, la staunitense Energy Information Administration ha dichiarato che nella settimana conclusasi il 1° giugno, la produzione negli Stati Uniti è aumentata a 10.800 milioni di barili al giorno. Questa settimana le notizie sulla domanda e l’offerta internazionale sono contrastanti: la Nigeria ha segnalato la diminuzione delle esportazioni di petrolio in seguito a causa di forza maggiore per il petrolio Bonny Light.

    Tuttavia, questa settimana l’Arabia Saudita e la Russia hanno registrato un aumento della produzione di petrolio per il mese di maggio, rispettivamente a 10,0 milioni di barili e 11,09 miliardi di barili al giorn. Il rapporto EIA di oggi, dovrebbe registrare un prelievo di 1,4 milioni di barili: probabilmente questo rapporto alimenterà una certa volatilità e potrebbe determinare il tono in chiusura di sessione.
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